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GIURISPRUDENZA - Delitto di omessa dichiarazione se i beni acquistati non si trovano in magazzino

Per la configurabilità del delitto di omessa dichiarazione ai fini di evasione delle imposte, non può farsi ricorso alle presunzioni tributarie, come quella secondo cui tutti gli accrediti registrati sul conto corrente si considerano ricavi dell’azienda, in quanto spetta al giudice penale la determinazione dell’ammontare dell’imposta evasa procedendo d’ufficio ai necessari accertamenti, eventualmente mediante il ricorso a presunzioni di fatto.

A fronte di ciò, è reputato possibile desumere dal fatto che una società risulti aver acquistato merci per un significativo importo, regolarmente fatturato, senza che queste siano poi rinvenute nei magazzini, che le stesse siano state vendute in modo fiscalmente irregolare, con conseguente evasione dell’IVA.

L’imposta dovuta, poi, è da considerare logicamente calcolata applicando sull’imponibile risultante dalle fatture di acquisto la percentuale di ricarico del 10%, che la stessa società aveva negli anni precedenti operato in sede di rivendita delle merci, risultandone il certo, e ampio, superamento della soglia di punibilità normativamente prevista (Sentenza della Corte di Cassazione n.29338/2020).


27/10/20