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Congiuntura Confcommercio 8-2022

Nei mesi estivi le turbolenze che da tempo caratterizzano il quadro economico internazionale non si sono attenuate, consolidando i timori di un possibile brusco ridimensionamento dell’attività. In particolare, i mercati delle materie prime, soprattutto quelle energetiche, continuano ad essere attraversati da tensioni che alimentano i rischi di ulteriori rialzi dell’inflazione. Su questi elementi grava anche il rischio di futuri razionamenti dell’energia nei Paesi europei.

L’economia italiana, dopo un primo semestre positivo, ben al di là di qualsiasi aspettativa, mostra segnali di un possibile rallentamento nell’ultima parte del 2022. A luglio la produzione industriale, dopo i bruschi ridimensionamenti di maggio è giugno, ha mostrato solo un debole recupero (+0,4%), registrando nel confronto annuo una flessione. Nello stesso mese l’occupazione ha mostrato un ridimensionamento in termini congiunturali.

Questi elementi si sono tradotti, secondo le nostre valutazioni, in peggioramento delle dinamiche del PIL e dei consumi.

Nel mese di settembre la nostra stima indica un calo del PIL dell’1,4% su agosto e una crescita dello 0,2% nel confronto annuo. I consumi, misurati nella metrica dell’ICC, sono tornati a registrare ad agosto, per la prima volta da febbraio 2021, una riduzione su base annua (-1,2%). La tendenza ad un atteggiamento più prudente da parte delle famiglie comincia a interessare in misura abbastanza diffusa tutto il segmento dei beni. Anche per i servizi, che nel loro complesso hanno confermato anche ad agosto la tendenza al recupero, emergono segnali di minor dinamicità. Il rallentamento della domanda si inserisce in un contesto in cui per la maggior parte dei segmenti di consumo si è ancora distanti dai livelli precedenti la pandemia. Nel complesso del periodo gennaio-agosto 2022 l’ICC segnala ancora un livello inferiore del 5,0% rispetto allo stesso periodo del 2019. Per i servizi la distanza è dell’11,5%.

Sulle possibilità di ridurre sensibilmente questo gap nel breve periodo pesano inevitabilmente gli effetti sui redditi derivanti dalla prolungata e significativa ripresa dell’inflazione. Tendenza che non sembra destinata ad attenuarsi nei prossimi mesi.

Sulla base delle nostre stime, a settembre si dovrebbe registrare, rispetto ad agosto, un incremento dei prezzi al consumo dello 0,6%, con una variazione del 9,2% su base annua.

La crescita dei prezzi, seppure diffusa, continua a essere particolarmente accentuata tra molti dei beni e dei servizi che rientrano nelle spese obbligate (energia) o ai quali le famiglie possono difficilmente rinunciare (alimentare). In un contesto di stagnazione o riduzione del reddito disponibile questa situazione è destinata a riflettersi sulla domanda di quella parte dei consumi liberi, soprattutto i servizi, ancora distanti dai livelli pre-pandemia.

 

PIL MENSILE

A luglio 2022 la produzione industriale ha mostrato, dopo le forti riduzioni registrate a maggio e giugno, un modestissimo recupero (+0,4%) in termini congiunturali.

Il confronto su base annua segnala, peraltro, una riduzione dell’1,2%. Nello stesso mese il numero di occupati ha registrato un calo dello 0,1% su giugno. Nel confronto con lo stesso mese del 2021 la variazione si mantiene in positiva con una crescita del +2,0%.

Segnali più favorevoli sono emersi ad agosto dal sentiment degli imprenditori del commercio al dettaglio (+4,6% su luglio).

I segnali d’indebolimento del quadro congiunturale si sono riflessi sul PIL che, dopo un andamento positivo nel secondo trimestre derivato in gran parte dall’eredità lasciata dai primi mesi del 2022, ha mostrato un rallentamento. Secondo le nostre stime il PIL dovrebbe registrare a settembre una riduzione dell’1,4% su agosto, amplificando la tendenza al rallentamento emersa nell’ultimo periodo, valore che porterebbe ad una crescita su base annua dello 0,2%. Nel complesso del terzo trimestre si stima una riduzione in termini congiunturali dello 0,8% e una crescita dell’1,1% nel confronto annuo.

 

ICC (INDICATORE CONSUMI CONFCOMMERCIO)

Ad agosto 2022 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra una riduzione su base annua dell’1,2%, il primo dato negativo da febbraio 2021. Dopo un periodo di deciso recupero della domanda, le famiglie, sui cui redditi comincia a pesare la netta ripresa dell’inflazione, stanno assumendo comportamenti più prudenti in materia di consumo.

Il calo registrato dall’indicatore nel confronto con lo stesso mese del 2021 è sintesi di un incremento della domanda per i servizi (+1,0%) e di una riduzione di quella relativa ai beni (-2,4%). La tendenza al ridimensionamento, che aveva interessato nei mesi precedenti quasi esclusivamente le auto e gli alimentari, si diffonde anche ad altri comparti.

Il rallentamento si inserisce in un contesto in cui, nonostante i progressi registrati nei periodi precedenti, la domanda, calcolata nella metrica dell’ICC, è ancora distante dai valori pre-pandemici. Nel confronto con i primi otto mesi del 2019 è ancora inferiore del 5,0%. Per i servizi il calo si attesta all’11,5%.

 

LE DINAMICHE TENDENZIALI

Anche ad agosto 2022 la domanda delle famiglie si è concentrata sul recupero dei consumi di servizi, seppure in misura più contenuta rispetto a quanto rilevato nei mesi precedenti. In molti casi, nonostante le positive performance degli ultimi mesi, i livelli di consumo rimangono distanti dai valori del 2019.

Anche ad agosto la situazione più critica si conferma quella dell’automotive (-8,4% su base annua), settore in cui la perdurante debolezza della domanda ha portato ad un calo del 29,8% nel confronto tra i primi otto mesi del 2022 e lo stesso arco temporale del 2019. Prosegue anche ad agosto la riduzione della domanda per gli alimentari (-3,2% su base annua), i cui consumi, a volume, sono tornati, nel complesso del periodo gennaio-agosto 2022, sui livelli del 2019. Elementi di difficoltà cominciano a emergere in molti settori, in particolare i mobili (-4,1% su agosto 2021), i carburanti (-1,5% tendenziale) e gli elettrodomestici (-0,9%), che avevano mostrato nel recente passato una certa vivacità. Nonostante l’accettabile andamento dei saldi permane difficile anche la situazione dell’abbigliamento e delle calzature (-1,9% tendenziale ad agosto). Per quanto riguarda i servizi va segnalato che, nonostante i decisi recuperi dei mesi primaverili ed estivi, il confronto dei primi otto mesi del 2022 segnala distanze significative con i livelli dello stesso periodo del 2019.

 

PREZZI AL CONSUMO: LE TENDENZE A BREVE TERMINE

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo si stima per il mese di settembre 2022 una variazione dello 0,6% in termini congiunturali e del 9,2% su base annua.

Il progressivo aumento dell’inflazione, pur alimentato in larga misura dagli energetici e in parte dagli alimentari, è ormai un fenomeno diffuso.

Allo stato attuale è presumibile che solo nel corso del prossimo anno si potranno intravede segnali di rallentamento.

 

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