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Congiuntura Confcommercio 6-2021

 

Nel mese di maggio e nella prima parte di giugno le attività economiche e la vita sociale, in linea con l’accelerazione della campagna vaccinale e i conseguenti miglioramenti della situazione sanitaria, hanno mostrato sensibili progressi verso il ritorno alla normalità. Nell’ipotesi di assenza di nuove ondate di contagi, si può oggi guardare con salda fiducia a una ripresa economica significativa, nonostante la situazione ancora molto difficile del terziario di mercato, in particolare della filiera turistica in senso lato.

L’ICC segnala anche a maggio una decisa crescita dei consumi nel confronto annuo, con una variazione del 14,2%. Anche questa valutazione va letta con estrema cautela, considerando che nel confronto con maggio 2019 il livello della spesa reale è ancora inferiore del 15,2%. Va sottolineato, comunque, che maggio rappresenta il primo mese di ripresa genuina, cioè oltre gli effetti statistici di rimbalzo sul 2020, come testimoniato dal ritorno in territorio positivo della variazione congiunturale nella metrica dei dati destagionalizzati (+8,1%).

Al momento, il recupero puramente statistico continua ad interessare in misura principale il settore dei servizi, per i quali la variazione su base annua si attesta al 42%. Nonostante i dati dell’ultimo trimestre, il livello della domanda per molti dei settori che compongono l’aggregato è ancora molto distante dai livelli pre-crisi, con riduzioni che superano il 50% nel confronto con maggio 2019. Anche in alcuni ambiti della domanda di beni, in particolare abbigliamento e calzature, gli importanti incrementi tendenziali degli ultimi mesi hanno solo attenuato le perdite. Tutto ciò considerato, sembra che le famiglie non faranno mancare il proprio contributo alla crescita, con consumi in ripresa leggermente più rapida di quanto stimato in passato.

 

PIL MENSILE

Ad aprile 2021 la produzione industriale ha mostrato un significativo incremento (+1,8% congiunturale), certificando il ritorno dell’attività sui livelli di gennaio del 2020. Il confronto su base annua, analogamente a quanto rilevato per altri indicatori, segnala un incremento particolarmente sostenuto e pari 79,5%. Più difficili appaiono i recuperi sul fronte occupazionale, con una sostanziale stabilità nel mese di aprile (+0,1%) rispetto a marzo e un dato ancora negativo (-0,8%) nel confronto con lo stesso mese del 2020. A maggio, in linea con l’allentamento di gran parte delle misure restrittive, il sentiment delle imprese del commercio al dettaglio ha registrato un aumento del 3,4% congiunturale. Nel mese di giugno le progressive riaperture ed i primi timidi segnali di ripresa del turismo, al momento principalmente domestico o proveniente dai paesi europei, hanno contribuito a consolidare la tendenza al recupero del PIL già emersa a maggio. Rispetto al mese precedente si conferma una crescita del 2,9%, nella misurazione al netto dei fattori stagionali. Su base annua, la variazione stimata del PIL in giugno è del +13,2%. Per il secondo trimestre la stima è di una variazione congiunturale del 2,4% e del 16,7% nel confronto con il secondo trimestre del 2020, periodo nel quale si è registrata la riduzione più significativa dal secondo dopoguerra. Questa progressione, assieme alla revisione in positivo effettuata dall’Istat per il primo trimestre, consolida le prospettive di una crescita per il 2021 prossima tra il 4,5% e il 5%.

 

ICC (INDICATORE CONSUMI CONFCOMMERCIO)

Le riaperture delle attività e il venir meno di molte delle restrizioni alla mobilità hanno determinato a maggio 2021 un incremento, su base annua, dell’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) del 14,2%. Il dato, più contenuto rispetto ai valori dell’ultimo bimestre, riflette il confronto con un mese in cui, lo scorso anno, l’Italia usciva gradatamente dalla fase di lockdown rigido. Va detto che, al netto dei fattori stagionali, a maggio si rileva, dopo alcuni mesi di persistente riduzione, una variazione congiunturale positiva di una certa entità (+8,1%) che lascia sperare nell’inizio di una fase meno difficile per i consumi, anche se il gap con i livelli precovid rimane molto ampio, soprattutto per i servizi.

 

LE DINAMICHE TENDENZIALI

Le dinamiche settoriali evidenziano anche maggio 2021 un quadro abbastanza articolato. In particolare, i settori che più avevano sofferto delle restrizioni, quali i servizi legati al turismo e al tempo libero e alcuni segmenti dei beni, evidenziano, nel confronto annuo, i rimbalzi più significativi, mentre per altri comparti, quali alimentare e servizi per le comunicazioni, la domanda mostra indizi di rallentamento. Per molti segmenti di spesa i miglioramenti registrati nei periodi più recenti hanno solo attenuato il vuoto di domanda che si è generato nell’ultimo anno. In particolare, nel confronto con maggio del 2019 il gap è ancora superiore al 30% per l’abbigliamento e le calzature, e per molti servizi legati alla mobilità, al turismo ed all’intrattenimento, il deficit di consumi si conferma prossimo o superiore al 50%.

 

PREZZI AL CONSUMO: LE TENDENZE A BREVE TERMINE

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo si stima per il mese di giugno 2021 un aumento dello 0,2% in termini congiunturali e dell’1,4% su base annua, confermando la tendenza a un moderato incremento dell’inflazione, fenomeno che potrebbe subire un ulteriore accelerazione già nei prossimi mesi estivi in considerazione dell’impatto che potrebbero avere i rialzi delle materie prime sui prezzi finali.

 

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