rispondono alla nostra richiesta e dal valore che autono-
mamente prendono dalla rete delle relazioni determinate
dalle azioni degli utenti.
Gli inventori dei motori di ricerca, coscienti dell’opera
impossibile di mettere ordine in questo mondo dinamico,
hanno demandato agli utenti stessi la funzione di “classi-
ficatori”. Così facendo, i motori di ricerca non si metto-
no a “far fatica” ma si limitano al rilevamento dei lega-
mi e alla creazione di una graduatoria che premia le
informazioni giudicate come migliori tramite una sele-
zione dei valori espressi dalla rete e secondo parametri
propri. Questo procedimento però non sempre premia i
migliori, anzi a volte è proprio il contrario.
Autorevolezza e qualità non sempre ( come d’altronde
accade nel mondo) danno risultati in merito alla popola-
rità e alla visibilità.
Ecco il secondo spunto che deriva dalla teoria delle reti
e dalla teoria dell’evoluzione: per competere in rete ci
vuole “fitness”.
Essere idonei alla competizione
Per “fitness” si intende nel mondo dei byte “idoneità”,
ovvero la dotazione di tutte quelle caratteristiche che ci
rendono adatti all’ambiente in cui viviamo. Più fitness
abbiamo, più siamo competitivi. Così come nel mondo
reale alcuni individui hanno una fitness eccellente, anche
nella rete vi sono centri di eccellenza che vengono scelti
(
come le persone) proprio in misura della loro attrattivi-
tà. E' una legge semplice: dati due nodi, uno con il dop-
pio delle relazioni dell'altro, quello con il maggior nume-
ro di relazioni ha il doppio delle probabilità di essere
scelto. “A la guerre comme à la guerre”, la rete è tutt'al-
tro che democratica e spesso premia chi arriva per primo
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L’ambiguità necessaria della complessità