i loro filmati, ma anche pubblicando e condividendo
documentazione, slide, grafici, progetti.
Questo fenomeno ad una prima occhiata risulta caotico e
ridondante e la qualità della comunicazione nel suo
insieme, risulta spesso di scarso valore. I blogger non
sono soggetti a nessun controllo né a nessuna deontolo-
gia e tutte le affermazioni possono essere valide o al con-
trario, completamente false. La partecipazione alle infor-
mazioni e la raccolta delle opinioni non è una novità in
Internet: chat room, forum online, newsgoup esistono da
molti anni, eppure non hanno avuto lo stesso “Impact
Factor” dei blogger. Com’è possibile?
Il cambiamento è determinato da due fattori: il primo è
nell’approccio personale, contrario all’anonimato della
comunicazione. Ogni blogger esprime un' opinione ma
anche una personalità (vera o presunta) di cui si rende
responsabile. Questa espressione di sé pubblica e “veri-
tiera” viene definita "Personomy" ovvero “l’insieme
delle manifestazioni digitali (email, commenti ai blog,
profili pubblici, ecc.) di un individuo o struttura che può
essere tracciata nel tempo e che si riferisca all’espressio-
ne di una personalità.”
Il secondo fattore di successo è il principio di auto-orga-
nizzazione del gruppo che è in grado di far emergere, per
selezione e per popolarità, i contributi migliori e di cal-
mierare con una disapprovazione pubblica chi distribui-
sce intenzionalmente false informazioni. E' stato ad
esempio esemplare il caso di un finto blog di commenti
sulla catena Wal-Mart, denunciato dal popolo della rete,
dove i blogger erano dipendenti pagati dalla stessa cate-
na per aumentarne la popolarità.
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