errori, rendersi disponibili ad ascoltare le opinioni dei
propri mercati, ma anche gestire una semplice presenza
on-line seguendo le regole della trasparenza.
La reputazione è anche la moneta di scambio delle tran-
sazioni economiche sul Web per una buona parte dell’in-
dotto economico che il Web produce: l’e-commerce.
Sulla reputazione che un negozio on-line gode nella
comunità di utenti cui si rivolge, si basa, in una propor-
zione spesso diretta, la quantità di transazioni di questo
negozio. Alcune communità e siti, come ad esempio
eBay e Wikipedia, per citare solo i più famosi, basano il
loro intero modello gestionale sulla reputazione. Un
utente di eBay con una scarsa reputazione avrà meno
possibilità che si concluda la sua transazione di un uten-
te con una reputazione assoluta (numero totale di feed-
back positivi) e relativa (numero di feedback positivi sul
totale dei feedback ricevuti).
Come già per l’informazione, vale anche per la reputa-
zione la regola secondo la quale l’utente di Internet è
mediamente più informato rispetto ad un utente di media
tradizionali. Una reputazione costruita artificialmente
può essere verificata in modo rapido, causando per
un’azienda o per un utente, un danno di immagine
potenzialmente irreparabile o difficilmente rimediabile.
Uno dei consigli più utili per chiunque voglia costruirsi
una reputazione solida on-line è sicuramente quello di
essere la fonte. Evitare, quindi che le informazioni che ci
riguardano, provengano da fonti diverse: l’errore nella
progettazione di un prodotto che venga ammesso dalla
società stessa che lo distribuisce, ha sicuramente un peso
diverso rispetto ad una serie di recensioni negative fatte
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WEB 2.0: it’s all about data