Non vogliamo creare false illusioni o gettare alle ortiche
ogni precauzione e ogni sano atteggiamento critico. Non
confondiamo un buon andamento con un'inarrestabile
ascesa: gli alti e bassi ci sono, eccome! E come in ogni
altro mercato, le oscillazioni si faranno sentire. Ma c’è
una novità.
Economia dello scambio
A differenza della prima fase di sviluppo del Web, ci
sono diversi fattori capaci di rendere meno perturbato e
più stabile l’orizzonte digitale. Da un lato le infrastruttu-
re tecnologiche hanno raggiunto stabilità e sicurezza Le
istituzioni internazionali hanno codificato protocolli
economici e legislativi. Il software permette sicurezza
nelle transazioni e la grafica e l’interfaccia oggi permet-
tono facilitano l'esperienza da parte degli utenti.
Dall’altro lato sono maturati i tempi per la realizzazione
di uno dei principi fondanti del Web, come aveva previ-
sto il padre del World Wide Web, Tim Barner’s Lee nei
primi anni Novanta: il Web come strumento di condivi-
sione, di proattività e di compartecipazione alla creazio-
ne di contenuti e, di conseguenza, di creazione di prodot-
ti e servizi condivisi fra utenti e imprese che fondano il
loro business sulla partnership attiva degli utenti. Questa
modalità partecipativa, di “collettivizzazione” dei pro-
cessi di produzione e di ideazione è stata magistralmen-
te descritta da Don Tapscott e Anthony D. Williams nel
loro volume
Wikinomics
.
La collaborazione di massa sta
cambiando il mondo.
La rapida e universale diffusione di Wikipedia, l'enciclo-
pedia online a cui tutti possono accedere e collaborare
liberamente, è diventata la metafora di un nuovo modo di
concepire l'economia e il business: la wikinomics. E’ il
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Wikinomics