un’istituzione, ad un prodotto o ad un cantante (le fanba-
se), uniti insomma da una causa comune. I social media
hanno infatti permesso agli utenti di soddisfare una delle
primarie esigenze sociali di ognuno di noi, amplificando
il fenomeno e permettendoci di eliminare alcuni ostacoli
a partire da quello geografico (si parla infatti di “collap-
sing geography”).
Il caso più tipico è rappresentato da MySpace Music:
numerosi musicisti emergenti e famosi, hanno costruito
community di migliaia di persone intorno a sé, sfruttan-
do le relazioni di ognuno dei propri amici (nodi) per
espandere la propria fanbase, con un effetto di diffusione
virale.
Un altro fenomeno molto importante è quello della costi-
tuzione di gruppi intorno ad un brand: un fenomeno rela-
tivamente recente on-line, anche grazie alla introduzione
delle “Fan Page” su Facebook. Appassionati di un mar-
chio si riuniscono all’interno di un gruppo per scambiar-
si opinioni, gadget, informazioni. Si tratta di un’occasio-
ne unica per chi vuole promuovere un marchio di entra-
re nella conversazione, per organizzare sperimentazioni
di nuovi prodotti per quel marchio, per avere opinioni
sulle campagne pubblicitarie o per innestare campagne
virali di promozione partendo dal gruppo che si è forma-
to spontaneamente.
Quello che è importante notare è che a differenza di quel-
lo che accadeva nei primi anni di Internet, oggi è la tec-
nologia che si mette al servizio delle persone. La tenden-
za a riunirsi in gruppi non l’ha inventata Internet, è sem-
pre esistita ma grazie all’eliminazione degli ostacoli e
alla facilitazione delle connessioni, è oggi possibile
sfruttare questa tendenza in modo ancora più efficace.
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WEB 2.0: it’s all about data