Conversazioni
Nel 1999, gli autori del ClueTrain Manifesto, scriveva-
no, “markets are conversations”, i mercati sono conver-
sazioni, anticipando una tendenza che oggi è più che mai
attuale. Con un significato simbolico che ricorda il gesto
rivoluzionario di Lutero, il ClueTrain Manifesto è com-
posto da 95 tesi, volte a spiegare questo principio che
scardina molte regole di marketing che ancora oggi sono
studiate e utilizzate.
Conversazione significa, innanzitutto, bidirezionalità.
Chi partecipa alla conversazione deve essere quindi
pronto ad ascoltare oltre che a inviare messaggi. I mes-
saggi devono essere mandati con voce umana: una buona
parte della popolazione che li riceve, riesce oggi a deco-
dificare i messaggi ad un livello diverso da prima, met-
tendo alla prova le regole che finora hanno guidato il
marketing e la promozione.
Entrare nella conversazione significa innanzitutto com-
prendere di essere in rete: in rete con i propri concorren-
ti, con i propri clienti, con i propri fornitori. Senza que-
sta prima comprensione, ogni sforzo di comunicazione,
di costruzione della propria identità on-line (ma anche
off-line) avrà un’efficacia minore. La conversazione è
prima di tutto un problema di linguaggio: parlare una lin-
gua diversa rispetto alle persone a cui ci si rivolge non ha
mai aiutato la conversazione e sarà ancor meno efficace
se le persone a cui ci si rivolge sono nostri clienti in rete:
un messaggio confezionato con il classico linguaggio da
pubbliche relazioni verrà nel migliore dei casi, ignorato.
Alcune grandi aziende l’hanno capito, grazie anche all’in-
serimento di nuove figure consulenziali specializzate nel
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WEB 2.0: it’s all about data