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Asseprim Focus: risale il clima di fiducia ma preoccupa la liquidità Crescono gli investimenti nel digitale

Lieve recupero del clima di fiducia, ma in uno scenario che resta difficile. Solo un quarto delle imprese dichiara di aver già recuperato il terreno perduto con la crisi innescata dalla pandemia, in particolare i contraccolpi subiti con il primo lockdown. E, al di là dei fatturati, ciò che preoccupa ancora è la situazione della liquidità”: così Umberto Bellini, presidente di Asseprim, la Federazione nazionale Confcommercio dei servizi professionali per le imprese, fa una sintesi della fotografia che emerge dall’ultimo aggiornamento (secondo semestre 2020 e indicazioni 2021) di Asseprim Focus, l’Osservatorio economico sull’andamento del comparto realizzato con Format Research.

Asseprim Focus svolge un’attività di monitoraggio costante su una platea molto ampia e articolata di attività imprenditoriali: sono 767mila le attività che operano nei servizi professionali alle imprese per oltre 2,5 milioni di occupati. Il 74% svolge consulenza aziendale, il 13% attività finanziarie, il 9,7% comunicazione e marketing. Gli altri settori sono rappresentati dall’audiovisivo, dalle risorse umane, e dalle ricerche di mercato.

Per il 2021 cresce la propensione a investire nel digitale: è l’intenzione espressa dal 68% delle imprese (+41% rispetto ai programmi pre-Covid). Le imprese dei servizi professionali prevedono di investire, in trasformazione digitale, in media circa il 5% sul totale del fatturato.

Gli investimenti nel digitale in generale stanno rivoluzionando la nostra economia: “Come ricorda il nostro presidente di Confcommercio Carlo Sangalli - afferma Bellini- occorre uno sforzo concreto perché anche le grandi piattaforme digitali rispettino le stesse regole di mercato di qualsiasi altra attività economica. In altre parole: stesso mercato stesse regole”.

Dall’aggiornamento di Asseprim Focus emergono ulteriori dati: le esigenze legate alla tenuta finanziaria rafforzano il trend di ricercare partner sul mercato e, nella “vision” aziendale, non c’è molto spazio per l’incremento degli organici. Il contesto di crisi generalizzata incide specialmente sul segmento più giovane del mercato del lavoro: solo il 10% delle imprese ha assunto under 35 negli ultimi sei mesi e soltanto il 5% lo farà nel medio periodo. Una percentuale che potrebbe triplicare a fronte, però, di incentivi e agevolazioni. Lo stop al blocco dei licenziamenti, quando effettivamente accadrà, avrà certamente una ricaduta sul comparto dei servizi professionali all’impresa con un calo dell’occupazione che Asseprim stima del 10%. Riguardo all’organizzazione aziendale il 47% delle imprese che hanno attivato lo smart working intende continuare a utilizzarlo anche dopo l’emergenza sanitaria.

 

Milano, 1 marzo 2021

 

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