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Servizi professionali alle imprese Il 73% si aspettava la “seconda ondata” Covid. Asseprim: integrare i “Ristori”

Il presidente Umberto Bellini: la crisi non risparmia nessuno.

Il rischio commerciale al primo posto fra tutti quelli possibili

 

Sì gli organizzatori di eventi, no invece a chi organizza corsi di formazione (che, ad eccezione di quelli per la sicurezza, devono essere fatti soltanto online). I “Ristori” governativi per l’emergenza Covid creano distinzioni artificiose nel vasto mondo dei servizi professionali alle imprese: lo rileva Asseprim, la Federazione Confcommercio che rappresenta il comparto. “E’ molto importante che chi promuove eventi, pesantemente danneggiato, abbia indennizzi – afferma Umberto Bellini, presidente di Asseprim – ma si deve dare sostegno anche a chi organizza l’attività formativa. La crisi non risparmia nessuno. La valutazione dei ristori ragionando solo su codici Ateco che rispecchiano solo in parte la realtà in evoluzione delle imprese, è un procedimento assolutamente da rivedere; sono tantissime ormai le micro e piccole imprese di servizi in grave sofferenza, che si tratti di servizi finanziari e assicurativi, di comunicazione e marketing, di ricerche di mercato, di consulenza e risorse umane”.

Il Focus Asseprim svolge un’attività di monitoraggio in costante aggiornamento su una platea molto ampia e variegata: in Italia sono 767mila le attività che operano nei servizi professionali alle imprese per oltre 2,5 milioni di occupati. Il 74% svolge consulenza aziendale, il 13% attività finanziarie, il 9,7% comunicazione e marketing. Gli altri settori sono l’audiovisivo, le risorse umane, le ricerche di mercato. Ed è il Nord Ovest - ora “flagellato” dalla pandemia - che esprime, con 241mila imprese e 1,1 milioni di occupati, il maggior numero di attività.

Il Covid-19 – spiega Belliniha provocato un crollo di fiducia tra le imprese di servizi professionali. E’ peggiorato fortemente il sentiment ed il 2020 è purtroppo destinato ad essere archiviato in questo modo: l’outlook non consente certo di poter recuperare i livelli precedenti”.

Il 73% degli operatori sondati da Asseprim si aspettava un autunno con la seconda ondata Covid. Ed il 25% teme la chiusura definitiva con gli effetti prolungati di un nuovo lockdown generalizzato.

Il momento di attuale difficoltà, che un po’ tutti temevano – prosegue Belliniinduce le aziende, a ricercare partner. Dall’analisi del nostro Focus emerge come il 47% valuti fusioni e nuove collaborazioni”.

Oltre la metà delle imprese ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali e più del 50% ha riscontrato ritardi nelle erogazioni per far fronte all’emergenza sanitaria. Il 38% ha anticipato di tasca propria i soldi per i collaboratori.

La crisi sanitaria ed economica pone il rischio commerciale al primo posto fra tutti quelli possibili per le imprese dei servizi professionali. Il 63% delle imprese ha sofferto - e tuttora soffre – in termini di tenuta finanziaria. Asseprim Focus ha rilevato una crescita della domanda di credito. Fra le ragioni alla base della richiesta di finanziamenti (risposte multiple) la liquidità per rispettare gli oneri contributivi e fiscali, il pagamento dei dipendenti, scadenze creditizie, affitto locali, bollette, la necessità di saldare i fornitori. 

 

Milano, 11-11-2020

 

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