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Giurisprudenza - Deduzione forfettaria dei costi a fronte di maggiori ricavi determinati in base alle indagini finanziarie

La Corte Costituzionale con la sentenza n. 10 del 31 gennaio 2023 ha ritenuto non fondata la questione di legittimità dell’art. 32 del DPR n. 600/73 nella parte in cui prevede che, per ogni possessore di reddito d’impresa, i prelevamenti non giustificati sono espressione, salvo prova contraria, di ricavi non dichiarati.

Inoltre, con la medesima sentenza è stato affermato come, a fronte della presunzione di ricavo derivante da prelevamenti non giustificati, occorra sempre riconoscere una quota forfetaria di costi.

L’orientamento consolidato della Corte di Cassazione, a prescindere dal fatto che si trattasse o meno di accertamento basato sulle indagini finanziarie, riteneva che i costi andassero riconosciuti in maniera forfetaria solo in caso di accertamento induttivo puro e non anche nel caso di accertamento analitico-induttivo (vedi Corte di Cassazione 17 febbraio 2022 n. 5177, 16 settembre 2020 n. 19293 e 16 gennaio 2019 n. 899).

La Corte di Cassazione, con la pronuncia n. 5586 del 23 febbraio 2023, recependo le indicazioni della Corte Costituzionale, ha modificato il precedente orientamento stabilendo che è corretto riconoscere una quota percentuale di costi a fronte dei maggiori ricavi determinati in base alle indagini finanziarie.

(Corte di Cassazione n. 5586 del 23 febbraio 2023)


13/03/23