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Congiuntura Confcommercio 10-2025

 

Visto che una profonda incertezza domina gli scenari economici interni e internazionali, non deve stupire il cambiamento dell’interpretazione della congiuntura man mano che nuove evidenze statistiche diventano disponibili. Ciò per dire che se il mese scorso l’orientamento prevalente era negativo, oggi vogliamo, invece, valorizzare spunti positivi emersi di recente: dall’ottimo settembre per il turismo straniero, al rimbalzo statistico della produzione industriale nello stesso mese, fino alla buona tenuta degli scambi con l’estero, seppure fortemente oscillanti di mese in mese. Questi elementi, dentro un contesto di moderazione inflazionistica - ormai data per strutturale dopo le fiammate del passato - e redditi reali crescenti, sostenuti anche da un mercato del lavoro tonico, comportano lievi miglioramenti dei consumi e prospettive di aumento della fiducia e, di conseguenza, previsioni meno pessimistiche non tanto sull’anno in corso, in un certo senso compromesso in termini di crescita, quanto sul prossimo che, in fondo, potrebbe anche raggiungere una variazione del PIL all’1%.

Per quanto riguarda la lettura dei redditi delle famiglie e il loro tenore di vita, non aiutano le polemiche mediatiche che confondono i redditi con i redditi da lavoro, i redditi da lavoro con le retribuzioni, la povertà assoluta con la disuguaglianza e le ormai infinite nuove forme di povertà, né contribuisce a un informato discorso pubblico la diffusa consuetudine di scegliersi arbitrariamente i periodi temporali nei confronti dinamici o i paesi nei confronti spaziali, o le più diverse definizioni dell’input di lavoro quando si vuole stigmatizzare l’insufficiente dinamica della remunerazione del fattore lavoro. 

 

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