• Facebook
  • Twitter
  • YouTube
  • Linkedin

Congiuntura Confcommercio 8-2025

 

La conferma della stima della variazione del PIL a -0,1% nel secondo trimestre del 2025 riduce ulteriormente gli spazi di ottimismo per l’esito complessivo dell’anno in corso. Data la buona qualità degli ingredienti di base, resta, però, sul piatto dell’analisi congiunturale, una residua possibilità di risultati favorevoli nel prosieguo dell’anno, sebbene, certo, non brillanti.

Intanto, l’occupazione resta sui massimi con una crescita in poco più di quattro anni di oltre 2,1 milioni e di questi il 93% è dato da dipendenti con contratti a tempo indeterminato. Le attese sono di una stabilizzazione sugli attuali livelli per tutta la seconda parte del 2025. Quindi, il mercato del lavoro smette di crescere, ma non si contrae.

Una valutazione attenta delle dinamiche del reddito disponibile delle famiglie indica un volume di risorse attualmente ai massimi dal 2011 (dal 2009 in termini pro capite). Il reddito da lavoro, una componente importante del reddito complessivo, per quanto non abbia ancora recuperato le perdite patite rispetto al 2019, dovrebbe anch’esso colmare il 3-4% di divario in termini reali entro la metà del prossimo anno.

L’inflazione resta abbondantemente sotto il 2%, la nostra stima per settembre è di una variazione nulla su agosto e di una crescita dell’1,7% su base annua, e i giustificati timori di un effetto fiducia legato alle dinamiche dei prezzi degli alimentari, soprattutto non lavorati, devono essere bilanciati dai miglioramenti sui costi dell’energia. Occorre anche valorizzare positivamente tanto la riduzione dell’incertezza importata dallo scenario internazionale quanto i segnali di miglioramento registrati sul versante della produzione industriale, tornata a luglio in territorio positivo nel confronto annuo.

Nonostante le fragilità la nostra economia dovrebbe aver mostrato nei mesi estivi modesti segnali di recupero, dopo la negativa performance primaverile. Secondo le nostre stime il PIL dovrebbe essere cresciuto dello 0,4% su base congiunturale e dello 0,9% su base annua.

L’indicatore dei consumi Confcommercio, nonostante questi buoni ingredienti di base, continua a mostrare dinamiche stentate, a conferma di tendenze già emerse nel recente passato e cristallizzate dai conti trimestrali nazionali. Nella metrica dell’ICC i dati grezzi mostrano ad agosto una riduzione su base annua (-0,2%), sintesi di un contenuto miglioramento della domanda per i servizi (0,2%) e di un calo di quella per i beni (-0,8%). Quadro di sostanziale stagnazione che non viene modificato dalle risultanze del dato destagionalizzato. A luglio i consumi sarebbero calati di un decimo di punto nella metrica destagionalizzata nel confronto tendenziale, con una ripresa ad agosto (+0,4%), tuttavia insufficiente a compensare il calo di giugno.

La spinta del turismo e della tecnologia non basta a neutralizzare i cali negli acquisti di automobili e di altri beni durevoli, giusto per tacere della perdurante riduzione negli acquisti di vestiario e calzature.

Pertanto, appare di palmare evidenza uno iato tra fondamentali economici e comportamenti di acquisto. È la scarsa fiducia prospettica a frenare gli acquisti delle famiglie. Non sono tanto le oscillazioni mensili a preoccupare quanto il posizionamento strutturale del sentiment rispetto al 2024 (-5%) o al 2023 (-15%), secondo una recente ricerca Confcommercio-Censis.

Un’acuta analisi della BCE riferita al 2024 indica che l’Italia ha una tra le performance peggiori in termini di scarto tra coloro che sottostimano le crescite del reddito disponibile reale e coloro che le sovrastimano, enfatizzando l’errore di percezione riguardo alle risorse potenzialmente destinabili al consumo. Pesano negativamente sulla fiducia delle famiglie italiane sia il ricordo della fiammata inflazionistica del biennio 2022-2023 sia la scarsa dinamica della produttività e dei redditi nel ventennio precedente il 2019. Il ricordo di questi eventi non facilita un corretto apprezzamento delle favorevoli dinamiche economiche post-pandemiche.

Non troppo paradossalmente, l’aspetto positivo di questa condizione è che, almeno a nostro avviso, in assenza di nuovi shock negativi, non può durare. Quindi, la progressiva rimozione dei vincoli alla fiducia potrebbe produrre nei prossimi mesi una moderata accelerazione dei consumi che avvicinerebbe l’economia italiana a una crescita attorno allo 0,7-0,8% già quest’anno e che, cosa ancora più importante, consentirebbe di costruire una buona eredità per il 2026.

 

ICC (INDICATORE CONSUMI CONFCOMMERCIO)

Ad agosto 2025 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC)1 è stimato in riduzione dello 0,2% nel confronto con lo stesso mese del 2024. Il dato è sintesi di una diminuzione della spesa per i beni (-0,8%) e di un lieve aumento di quella per i servizi (0,2%). Sull’andamento di agosto hanno inciso in misura di un certo rilevo il permanere di una dinamica decisamente negativa delle vendite di auto a privati (-14,6%) e la decisa contrazione della domanda di energia elettrica (-8,9%), conseguenza di temperature meno elevate rispetto al 2024. In termini destagionalizzati l’ICC segnala ad agosto, un moderato aumento congiunturale (+0,3%).

 

LE DINAMICHE TENDENZIALI

Anche ad agosto 2025 le diverse funzioni di consumo che compongono l’ICC hanno registrato andamenti articolati, con dinamiche in linea con quanto rilevato nei mesi precedenti. L’incremento più significativo si conferma quello relativo ai consumi di beni e servizi per la comunicazione (+9,1%), andamento guidato principalmente dalla componente relativa ai beni.

Variazioni lievemente positive si sono registrate per la domanda per gli alberghi e i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,8%) e per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,6%). La stabilizzazione dei consumi per l’abbigliamento e le calzature, che segue il marginale rimbalzo di luglio, conferma le difficoltà del settore la cui domanda non riesce ad essere rivitalizzata neanche in

occasione dei saldi. Le altre macro-funzioni evidenziano un arretramento, su base annua, dei quantitativi acquistati dalle famiglie. I cali più significativi si sono registrati per i beni e i servizi per la casa (-2,4%), su cui ha pesato la decisa contrazione della domanda di energia elettrica, e per i beni e i servizi per la mobilità (-2,3%). Più contenuta è stata la flessione per gli alimentari, le bevande e i

tabacchi (-0,9%) e per i beni e i servizi ricreativi (-0,6%).

A livello di singole voci di consumo si conferma in positivo la domanda per gli alberghi (+1,9%, anche per il contributo della componente estera), i carburanti (+1,9%), i trasporti aerei (+1,6%) e i pasti e le consumazioni fuori casa (0,3%). Relativamente alle altre funzioni di spesa, al netto dei decisi cali rilevati per l’automotive e l’energia elettrica evidenziati in precedenza, si conferma la tendenza al rallentamento della domanda per gli elettrodomestici (-2,6%), per i mobili e gli articoli d’arredamento (-1,5%), per gli alimentari (-1,0%) e i servizi ricreativi (-0,5%, dovuto alle difficoltà degli spettacoli cinematografici).

Dinamiche coerenti, in un contesto di bassa crescita, con la propensione dei consumatori a privilegiare i consumi più orientati alla fruizione del tempo libero.

 

PREZZI AL CONSUMO: LE TENDENZE A BREVE TERMINE

Sulla base degli andamenti registrati dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, si stima per il mese di settembre una variazione nulla dell’indice in termini congiunturali e una crescita dell’1,7% su base annua. Il dato consolida la tendenza alla stabilizzazione dell’inflazione in atto da alcuni mesi.

La scarsa dinamicità dei prezzi sembra un fenomeno ancora marginalmente recepito dalle famiglie. E’ possibile che nei prossimi mesi, in presenza di dinamiche meno espansive dei prezzi dei beni acquistati con maggior frequenza, soprattutto gli alimentari, le famiglie comincino a realizzare come in questo contesto i rischi di una brusca accelerazione dell’inflazione siano contenuti.

Elemento che, unitamente alla stabilizzazione del numero degli occupati sui massimi raggiunti di recente, potrebbe favorire la tanto attesa ripresa della domanda.

 

 

Icona documento 'Formato PDF'Scarica il documento completo (formato PDF - 306 KB)

+ Info su:
Consumi , Crescita economica , Occupazione , PIL , Prezzi ,