Congiuntura Confcommercio 9-2025
Gli ultimi mesi restituiscono l’immagine di un Paese che, pur in un contesto non privo di spunti positivi, ha visto affievolirsi le potenzialità di crescita, a partire dall’occupazione la cui dinamica è in netta frenata. È ben viva l’impressione che l’economia italiana abbia sprecato un’occasione: l’occupazione non cresce ma è sui massimi, il reddito disponibile reale delle famiglie continua a crescere, l’inflazione è sotto controllo da almeno due anni a questa parte e i mercati finanziari esprimono fiducia, portando lo spread sotto gli 80 punti base. Eppure, al PIL continua a mancare la spinta dei consumi, data la scarsa fiducia delle famiglie. La propensione al risparmio nel secondo quarto del 2025 ha raggiunto il 9,5%.
Le incertezze globali e la sensazione che il futuro possa essere peggiore del presente, al di là della valutazione dei fondamentali, hanno compresso la fiducia delle famiglie portandole ad atteggiamenti particolarmente attenti nei confronti del consumo. Nel dettaglio congiunturale delle dinamiche della spesa, si salvano solo i poli attrattori di lungo termine: consumi fuori casa, tecnologia e comunicazioni, profumeria, cosmesi e benessere personale. Fuori da questo perimetro,
zero spunti.
La sintesi è di un terzo trimestre che, nelle nostre stime, vedrebbe una crescita del PIL dello 0,2% congiunturale e dello 0,6% tendenziale, dinamica confermata anche a ottobre, con consumi che, nella metrica dell’ICC destagionalizzato, arretrano dello 0,2% sul secondo trimestre.
L’indicatore dei consumi Confcommercio nei dati grezzi di settembre pur mostrando un impercettibile miglioramento su base annua (+0,3%) conferma le difficoltà della domanda per i beni, invariata su base annua dopo il pesante calo di agosto, e l’andamento più favorevole dei servizi (+0,8%).
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