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Congiuntura Confcommercio 4-2020

PIL MENSILE

Il quadro congiunturale, che ha iniziato a risentire già dalla fine di febbraio degli effetti della crisi innescata dal COVID-19, presenta andamenti articolati dei principali indicatori, legati anche al periodo di rilevazione. A febbraio la produzione industriale ha evidenziato un calo congiunturale dell’1,2%, al netto dei fattori stagionali, e una flessione del 2,4% su base annua. L’occupazione, nello stesso mese, registra una stabilità sia in termini congiunturali che tendenziali.
La fiducia dei consumatori nel mese di marzo, sicuramente influenzata dall’accentuarsi della pandemia e delle misure di lockdown, è risultata in forte calo così come quella delle imprese. La contrazione per il sentiment delle famiglie è stata dell’8,9% congiunturale, mentre per le imprese si è registrato un calo del 16,5%. Su base annua il tendenziale del clima delle famiglie ha registrato una diminuzione del 9,7% mentre per le imprese il calo è stato del 20,1%.
Considerando il deciso peggioramento delle condizioni economiche ad aprile, e il persistere delle misure di contenimento da COVID-19, si stima per il mese in corso una flessione congiunturale del Pil, al netto dei fattori stagionali, del -6,1% dato che porterebbe ad una decrescita del 13% rispetto allo stesso mese del 2019. Nel complesso del primo trimestre il Pil è stimato ridursi del 3,4% rispetto all’ultimo quarto e del 3,5% nel confronto sul trimestre corrispondente del 2019.

ICC (INDICATORE CONSUMI CONFCOMMERCIO)

In questo numero i risultati dell’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) relativi al mese di marzo 2020 vengono pubblicati solo in forma grezza e nel confronto annuo. Allo stesso tempo viene fornita un’indicazione più dettagliata degli andamenti delle diverse voci che compongono le macro funzioni di spesa. La scelta deriva dalle caratteristiche della crisi e dalla ininfluenza dei fattori stagionali nel determinare l’andamento della domanda. Il crollo dei consumi del 31,7% è sintesi di un rallentamento nei primi 10 giorni del mese, quando non era ancora in atto la chiusura di gran parte delle attività, e di un sostanziale blocco della domanda, ad eccezione di alcune voci, nei giorni successivi. Il dato di marzo determina una riduzione nella media del primo trimestre del 10,4% nel confronto annuo. I più penalizzati sono risultati i servizi ed in particolare quelli relativi al tempo libero.

LE DINAMICHE CONGIUNTURALI

La diminuzione dell’1,1%% registrata in termini congiunturali dall’ICC nel mese di febbraio è sintesi di un deciso ridimensionamento della domanda relativa ai servizi (-3,0%) e di una flessione dello 0,3% per quella per i beni.
Il dato dell’ultimo mese, pur espressione di una diffusa tendenza al peggioramento, evidenzia situazioni articolate per i diversi segmenti di consumo. Solo per i beni ed i servizi per la cura della persona si rileva un andamento debolmente positivo (+0,4%). Risulta stabile la domanda per l’abbigliamento e le calzature. Per tutte le altre funzioni si rileva una riduzione che ha assunto toni particolarmente ampi per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (-4,7%). Per molte voci di consumo legate ai servizi per il tempo libero la mobilità, incluse in altri aggregati, si rilevano diminuzioni di entità più o meno analoga.

LE DINAMICHE TENDENZIALI

Analizzando più nel dettaglio l’andamento delle diverse funzioni di spesa nel confronto tra marzo 2020 e lo stesso mese del 2019 si rilevano andamenti articolati, collegati sia alla possibilità di svolgere l’attività, sia alle esigenze specifiche delle famiglie in questo periodo. In quest’ottica i risultati migliori si registrano per il comparto alimentare (+9,6%), legato anche all’esigenza delle famiglie di sostituire le consumazioni fuori casa, per i prodotti farmaceutici e terapeutici (+4,0%) e per i servizi di comunicazione (+8,0%) il cui maggior utilizzo deriva sia dalle esigenze di chi lavora da casa, sia per mantenere aspetti di socialità.
Per quanto riguarda le altre voci di spesa si rilevano riduzioni che sfiorano in molti casi l’azzeramento della domanda, situazione evitata solo per le vendite effettuate nei primi giorni del mese. Non sono state sufficienti le poche possibilità di vendita on line o di consegna a casa per mitigare gli effetti del lockdown.

PREZZI: LE TENDENZE A BREVE TERMINE DEI PREZZI AL CONSUMO

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di aprile 2020 si stima una riduzione dello 0,6% in termini congiunturali e dello 0,7% nel confronto con lo stesso mese del 2019. La caduta dei prezzi riflette la riduzione registrata dagli energetici regolamentati e non, che cominciano a risentire della caduta del prezzo del petrolio, le cui quotazioni nominali in dollari sono tornate ai valori dei primi mesi del 2004.

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