Sostenibilità
Le imprese dei servizi professionali si mostrano sensibili al tema della sostenibilità: il 41% la ritiene un’occasione per efficientare i processi aziendali.
Non a caso, circa la metà delle imprese del comparto dichiara di aver lavorato «per essere sostenibile» nel corso degli ultimi due anni (2019-2020).
Le misure adottate dalle imprese nel corso degli ultimi due anni in materia di sostenibilità avranno un effetto diretto sui «numeri» aziendali del 2021.
Domanda e offerta di credito
Nel pieno della crisi si è assistito ad un’impennata della domanda di credito (anche in virtù del DL Liquidità). Due imprese su tre hanno ricevuto una risposta positiva da parte delle banche.
Tra le imprese che hanno fatto richiesta di credito, quattro su cinque hanno approfittato delle agevolazioni previste dal DL Liquidità varato dal Governo durante il periodo della crisi da COVID-19.
L’ingente quota di domande di credito è correlata alla situazione finanziaria delle imprese: annullata la richiesta di credito «buono» (investimenti), sostituita interamente da esigenze di liquidità.
Tra le imprese che non hanno fatto richiesta di credito alle banche, il 5% ha optato per canali diversi (soggetti differenti dagli istituti di credito tradizionali).
Il ricorso a canali propri o di conoscenti (parenti o amici) risulta essere stata l’opzione più utilizzata dalle imprese in sostituzione dei canali bancari.
Allargando il raggio di analisi ai bandi per l’accesso a finanziamenti, il 13% delle imprese del comparto ha partecipato ad almeno un’iniziativa negli ultimi 18 mesi. Esiste un 14% di operatori che, pur avendo mostrato necessità, ha rinunciato a parteciparvi perché troppo complicati.
Digital transformation e marketing digitale
La crisi ha impresso un’accelerazione ai processi di innovazione delle imprese: due terzi degli operatori del comparto intende investire in digitale nell’arco del 2021 (+37% rispetto ai programmi pre-COVID).
La metà delle imprese investirà nel rafforzamento dell’infrastruttura telematica aziendale, un terzo sul marketing digitale.
D’altra parte, le imprese hanno avviato un processo di adeguamento del proprio modello di offerta durante la crisi, trainato da azioni concrete per rendere più efficaci i canali digitali aziendali.
Anche presso le imprese che già utilizzavano il web per la propria azione di marketing, è evidente l’incidenza dell’accelerazione dei processi di innovazione: il 93% ha intensificato l’utilizzo degli strumenti digitali e il 67% ne ha addirittura aumentato l’efficacia.
Tali azioni contribuiranno a completare il processo di evoluzione verso veri e propri nuovi modelli di business, necessari per affrontare il «new normal» post crisi.
Lavoro e Organizzazione aziendale
Oltre la metà delle imprese ha fatto ricorso ad ammortizzatori quali la CIG per tamponare la crisi almeno dal punto di vista occupazionale.
Tuttavia, quasi due imprese su tre hanno riscontrato ritardi nelle erogazioni. Di fatto, il 38% delle imprese dei servizi professionali si è vista costretta ad anticipare di tasca propria l’importo in favore dei collaboratori (esiste un 25% che avrebbe voluto farlo ma non ci è riuscito).
In linea generale, le misure adottate dal Governo hanno comunque minimizzato l’impatto sull’occupazione. Tuttavia, la prospettiva per i prossimi mesi è ampiamente peggiorativa.
La proiezione temporale della crisi occupazionale mostra infatti un quadro in costante deterioramento nella seconda metà del 2020 e, anche, per tutto il 2021.
Nonostante la crisi, il comparto ha garantito la continuità dei propri servizi adottando in larga parte l’istituto dello smart working, che proseguirà nei prossimi mesi per quasi la metà delle imprese.
Il 41% delle imprese che intende proseguire lo smart working, lo farà organizzando turni di una o due giornate alla settimana.
Nel complesso, l’82% delle imprese dei servizi professionali che ne hanno fatto uso, giudica efficace l’istituto dello smart working ai fini del buon funzionamento dell’impresa.
Congiuntura economica
La crisi sanitaria si è presto tramutata in vera e propria crisi economica: crolla l’indicatore dei ricavi delle imprese professionali in coincidenza con la prima metà del 2020 e la situazione resterà critica almeno fino a fine anno.
In questo contesto, la crisi ha accentuato le difficoltà degli operatori (specialmente di quelli più piccoli) in fatto di tenuta finanziaria: grave l’emergenza di liquidità nel settore fino a fine 2020.
Non a caso, se un’impresa su tre ritiene di aver già passato il picco della crisi finanziaria, un ulteriore 30% si aspetta il periodo più duro nella seconda metà dell’anno.
Clima di fiducia
Per le imprese di servizi professionali peggiora fortemente anche il sentiment con riferimento all’andamento della propria attività. L’outlook per la fine del 2020 non consente di recuperare i livelli precedenti l’esplosione della pandemia: l’indicatore, sceso dal 40,5 registrato a fine 2019 al 17 della prima metà del 2020, si attesterà su valori attorno al 33 al 31 dicembre prossimo, ben distante dai livelli pre-crisi.
Più nel dettaglio, se è vero che la prima metà del 2020 si è rivelata quella più dura per le imprese del comparto (come per le imprese tutte), quasi un operatore su tre si aspetta di affrontare il periodo più difficile da qui a fine anno.
Non a caso, solo il 15% ritiene di aver già recuperato il terreno perduto nel periodo della crisi.